False partenze - 3 di 16

Chi vuole conoscere il cristianesimo legge il Vangelo, chi si interessa alla religione mussulmana si procura il Corano; la prima cosa che viene in mente di leggere sul Buddhismo sono le sacre scritture, e qui si può restare delusi. Nei Sutra si leggono frasi scoraggianti del tipo "Il prato è un non prato, e proprio per questo si chiama prato". La cosa incredibile è che se si trova una bravo maestro, questo è capace di spiegare che la frase si riferisce all'interdipendenza, al fatto che tutte le cose dipendono da un insieme infinito di circostanze, e si riesce ad intravedere un barlume di significato in una frase così apparentemente priva di senso.ScrittaTibet001FalsePartenze1

Alcuni bravissimi maestri Buddhisti del Sud Est Asiatico insistono su alcune tecniche di meditazione, in particolare la consapevolezza del respiro, e tante persone ottengono grandi risultati con questa meditazione, specialmente se possono frequentare dei ritiri sotto la guida di un maestro, ma se non si va in sintonia con questo metodo si può abbandonare tutto troppo presto. Forse per noi occidentali, tanto inclini ad avere gli interessi più svariati e superficiali, può essere più efficace iniziare con l'approccio del Buddhismo Tibetano, che ha una varietà di tecniche di meditazione praticamente infinita, si dice che sono migliaia quanto le emozioni disturbanti, e dunque è facile trovare quelle più adatte alle proprie abitudini. Torna in mente la storia di un praticante che meditava per calmare i propri pensieri, e un giorno rivolgendosi al maestro disse: "Mi riesce difficile concentrarmi sull'oggetto della meditazione che mi è stato indicato, prima di venire qui ero un mandriano di mucche, il pensiero torna sempre ai miei animali". Il maestro rispose: "Perchè non mediti sulle tue mucche allora?". La storia dice che seguendo questo consiglio anche quel meditante diventò un maestro, aveva trovato il modo più adatto per entrare nel Buddhismo, poi probabilmente anche lui passò alla meditazione sul respiro; spesso si trovano queste dimostrazioni di benevolenza.ScrittaTibet002FalsePartenze2

Per noi è meglio seguire dei maestri che abbiano viaggiato in occidente, e conoscano meglio la nostra mentalità, perché il lettore occidentale, dopo 40 pagine che spiegano come concentrarsi sul respiro può veder scemare la propria attenzione. Yongey Mingyur Rinpoche ("Calma, empatia e visione profonda") ha viaggiato molto in occidente conoscendo numerosi scienziati. A volte si lancia in dettagliate spiegazioni sul funzionamento del cervello e le sostanze chimiche che circolano tra i neuroni. Chi legge si chiede "Ma cosa c'entra questo con una religione di 2500 anni fa?". Poi viene spiegato che si cercano sempre nella scienza conferme e smentite che a quell'epoca non si potevano trovare. Matthieu  Ricard ("Il gusto di essere felici" e "L'arte della meditazione") è nato in Francia vicino a noi, e traduce le parole del Dalai Lama in francese durante le conferenze. Ha l'hobby della fotografia come tanti occidentali, e le sue abitudini lo fanno sentire vicino a noi. Per questo quando affronta argomenti astrusi come la non esistenza dell'io, mi viene da pensare che se c'è qualcosa di vero lo posso capire anch'io.ScrittaTibet000BFalsePartenze3

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