Gran brutta notizia - 15 di 16

Ad un certo punto arriva una brutta notizia: potete lenire la sofferenza calmando i pensieri o meditando sulla compassione, ma se volete eliminare la sofferenza dovete comprendere la vacuità. La notizia è molto brutta perché la vacuità è un concetto al limite della comprensione umana. A creare ulteriore confusione c'è il significato che diamo comunemente alla parola: si potrebbe pensare che bisogna capire che tutto è vuoto, ma questa spiegazione è completamente fuorviante. Se si cerca la parola su Wikipedia, viene spiegato che è meglio vedere come cercano di esporre il concetto le diverse scuole, perché non c'è una interpretazione unica; insomma una gran confusione.ScrittaTibet001 

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Le persone che partecipano ai ritiri settimanali di meditazione raccontano di percezioni molto intense. Dicono che durante una passeggiata tra un’ora di meditazione e l’altra può accadere di essere molto colpiti dalla corteccia di un tronco d’albero, tanto da accarezzarlo con grande interesse, tastando la sua consistenza. Invece nella vita di tutti i giorni, quando passiamo vicino ad un albero scatta nella mente qualcosa che ci sussurra: “Lascia stare, è solo un albero, come tutti gli altri, vai oltre”. Normalmente le percezioni vengono catalogate, messe in un contenitore, e poiché di quel contenitore supponiamo di sapere tutto, l’esperienza non è considerata degna di approfondimenti. Quando invece spezziamo questo meccanismo, e ci fermiamo alla percezione senza rincorrere i pensieri che di solito la accompagnano, allora l’esperienza diventa interessante, come sono interessanti le esperienze dei bambini che scoprono il mondo per la prima volta.ScrittaTibet002

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Ora, come la meditazione possa portarci a tutto questo è abbastanza oscuro, ma sembra che provare a concentrarsi mezz’ora sul respiro (anche solo provare), senza seguire i pensieri che sorgono ogni secondo nella nostra mente, possa spezzare il legame tra la percezione e tutti i concetti che di solito la accompagnano. E sembra possa farci capire che quello pensiamo sia il mondo, in realtà è la nostra rappresentazione del mondo, e se capiamo questo avremo un contatto molto più diretto con la realtà. E’ un po’ come conoscere qualcosa rinunciando ad un intermediario, che sembra aiutarci a capire il mondo, ma in realtà fa il contrario, lo distorce. Nella vita di tutti i giorni, la nostra abitudine di etichettare ogni percezione va benissimo (sto vedendo un albero, un cane, un barattolo di pomodori...), ma se vogliamo fare il salto dobbiamo capire che quelle che usiamo sono solo etichette, ed in questo la meditazione può aiutare. A volte quando arriva la sera, capita di fermarsi un momento ad osservare il mondo, senza dare troppa importanza a ciò che passa nella mente: quello sembra il momento migliore per avere un barlume di quello che i maestri chiamano vacuità.ScrittaTibet000B

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